Dormivo in camera con mia nonna Adele. Adoro il nome Adele. Lei dormiva nel lettone ed io nel lettino.
Ci separava il comodino dove troneggiava una sveglia smaltata di giallino.
Dovevo prendere il treno delle 7:30 per Rimini. Questo dopo. Dopo la terza media.
Abitavo da sempre a cinque minuti dalla scuola e sarebbe stato sufficiente alzarsi con tutta tranquillità.
La sveglia per tutto il giorno ostentava un aspetto innocuo. Iniziava a suonare alle 7:00.
Suonava? No, emetteva un suono trapanante, scioccante, ti scuoteva il sistema nervoso.
Tutto qui? No! sincronizzata con un secondo di ritardo, mia nonna cominciava ad urlare a squarciagola il mio nome: PATRIZIAAAAA e non smetteva finché non mi fossi buttata dalla finestra della camera, dal primo piano rialzato sul marciapiede di cemento sottostante.
Ecco qua, la mattina era decollata. Il resto della giornata non poteva che essere migliore dell’inizio.
E poi dicono che ho carattere.
Svegliaaaa
Annunci